mercoledì 13 maggio 2009

DEFINIRE, CONTROLLARE E REALIZZARE OBIETTIVI


Il Coach inizia il lavoro sugli obiettivi rivolgendo al cliente alcune domande fondamentali che facilitano l’orientamento della persona.

Potete lavorare direttamente durante la lettura: sperimenterete la sorprendente efficacia di queste domande!

Scegliete e scrivete un obiettivo, un progetto a cui pensate da molto tempo o che state iniziando a concretizzare.

Domanda: “Cosa vuoi?”

NEGAZIONE - È molto importante abituarsi ad esprimere gli obiettivi in positivo. Vale a dire, formulare i propri progetti, bisogni e desideri, senza utilizzare negazioni.

Ad esempio:

“Non voglio più essere grasso”

“Non voglio più sentirmi infelice”

“Non voglio farmi prendere dal panico quando parlo in pubblico”

sono obiettivi che in Programmazione Neuro-Linguistica vengono definiti “mal formulati”, perché contengono la negazione “non”, che ne compromette seriamente l’efficacia.

Provate a non pensare ad un cane nero con una macchia bianca sul petto, a non ricordare di aver visto un cane nero con una macchia bianca sul petto, a non accettare l’idea di un cane nero con una macchia bianca sul petto.

Probabilmente è accaduto che, leggendo le righe precedenti, abbiate pensato proprio ad un cane nero con una macchia bianca sul petto.

Questo perché dire “non pensare a qualcosa” fa sì che l’attenzione si sposti proprio su quel qualcosa a cui si vuole evitare di pensare.

Pertanto, affinché un obiettivo sia formulato in modo efficace, deve essere espresso in positivo:
ad esempio, l’obiettivo della frase “Non voglio più essere grasso”,

può essere riformulato così: “Voglio essere in forma”.

RISULTATO - È importante altresì che l’obiettivo venga formulato in termini di risultato da ottenere, anziché di processo.

Questo consente di focalizzare la situazione desiderata e di verificare, in seguito, che gli obiettivi siano stati effettivamente raggiunti.

Ad esempio:

“Comprare la casa dei miei sogni”

descrive un processo anziché un risultato. Da un lato, è poco chiaro quale sia “la casa dei miei sogni” (l’obiettivo deve essere più specifico e dettagliato); dall’altro, viene espressa solo una delle fasi (“comprare”) che portano verso il risultato desiderato.

Invece,
“Vivere in una cascina sulle colline toscane”

descrive un risultato e consente di visualizzarlo in anticipo, di sentirlo concretamente realizzabile e, in alcuni casi, addirittura già acquisito.

Anche quando affermiamo:

“Voglio dimagrire”

stiamo esprimendo il nostro obiettivo solo in termini di processo.

Dimagrire, sì, ma quanti chili?

Oppure, quanti centimetri sul punto-vita? In quali parti del corpo?

In quanto tempo?

Ecco dunque una possibile formulazione dello stesso obiettivo in termini di risultato:

“Voglio pesare 70 chili a Natale”.

In questo modo abbiamo la possibilità di visualizzare nel presente una realtà trasformata dalla nostra azione.

L’obiettivo viene quantificato (quanti chili?) e sarà quindi misurabile; inoltre, l’indicazione di una scadenza temporale porta alla pianificazione di una serie di passaggi che consentiranno di verificare in un momento ben individuato della nostra vita (e non in un futuro vago e imprecisato) se l’obiettivo sia stato raggiunto o meno.

È dunque importante sapere quando l’obiettivo sarà raggiunto.

Formulare un obiettivo in termini di risultato significa anche stabilire i criteri di misurazione dei propri progressi: in base a questi criteri, si saprà se e in che misura l’obiettivo è stato conseguito.

Nella tabella seguente proponiamo alcuni esempi di obiettivi espressi in modo non misurabile e la loro possibile riformulazione in termini di risultati/obiettivi misurabili.

OBIETTIVI NON MISURABILI
Voglio guadagnare di più.

Voglio lavorare nel campo dell’alimentazione.

Voglio dimagrire.

OBIETTIVI MISURABILI

Nel 2006 voglio guadagnare 30.000 euro all'annoin più di quanto ne guadagno attualmente.

Voglio specializzarmi in Scienza dell'Alimentazione prima di aver compiuto 28 anni e quindi aprirmi uno studio privato.

Voglio perdere cinque centimetri sul giro-vita entra Natale.



Di conseguenza, altre domande chiave del Coach sono:

Domanda:

“Come saprai di aver ottenuto ciò che vuoi?


Cosa devi vedere, ascoltare o sentire per sapere di aver conseguito il risultato?”

Domanda:

“Dove, quando e con chi vuoi raggiungere l’obiettivo?”

Probabilmente ci sono luoghi che riteniamo più adatti, persone che vogliamo al nostro fianco o che, al contrario, preferiamo che non partecipino alla realizzazione dell’obiettivo.

Questi dati devono essere specificati e motivati nel modo più dettagliato possibile: sono informazioni che vengono elaborate dal cervello e che influenzano in modo determinante i processi decisionali.

Tratto dal libro " il Coach " di Alessio Roberti e Claudio Belotti






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