domenica 27 novembre 2016

COS'E' IL COACHING , COSA NON E' COACHING, COSA ASPETTARTI DA UN COACH, COME SCEGLIERE UN COACH .

COS'E' IL COACHING 


Il termine coach, applicato alla relazione d’aiuto, nasce in Inghilterra nel XIX secolo, presso le università dove ai migliori mentori gli studenti attribuivano l'appellativo di coach con l'obiettivo di esaltarne l'eccellenza; quindi quei mentori facevano coaching e non mentoring, questa per loro significava che il valore aggiunto era più alto.

Coach in inglese significa carrozza (anche la carrozza del treno si chiama coach), per assonanza il coach è colui che conduce la carrozza, quindi un coach è un cocchiere, perché ti porta alla meta desiderata. Infatti gli studenti inglesi usavano questo appellativo per dire che quel mentore li avrebbe portati sicuramente a raggiungere l'obiettivo, così come fa, appunto, un buon cocchiere.

Questo termine ricompare in America negli ambienti sportivi, dove il coach aveva (ed ha) l'obiettivo di consolidare il team, aiutare i nuovi membri ad entrarne a far parte, aiutare il singolo atleta a migliorare specifiche performance tramite una preparazione atletica dedicata.

Questa attività veniva fatta attraverso affiancamenti continui, ripetitivi, lavorando sul processo specifico che andava migliorato, fino al raggiungimento dell'obiettivo stesso.

IL PRESUPPOSTO DEL COACHING
REALIZZARE GLI OBIETTIVI 


Il presupposto del coaching è che ogni persona ha le risorse necessarie, quindi non bisogna dare risorse nuove, ma al limite far uscire fuori le risorse che una persona possiede.

Chi fa il formatore sa bene che molte delle cose che insegna sono intuibili dalle persone, ecco perché per esempio nei miei corsi uso poco la teoria, ma faccio molta pratica. Il mio maestro mi ha insegnato che un formatore dovrebbe badare più al contesto che al contenuto, consapevole che in un contesto adeguato il contenuto può essere compreso dalle persone e quando questo accade l'apprendimento è molto più profondo e duraturo.

Allo stesso modo il coach è qualcuno che aiuta un cliente attraverso un processo strutturato in cui si chiariscono gli obiettivi, si valutano le risorse necessarie, si definisce in programma macroscopico e un piano fatto di tappe specifiche e si concorda delle attività.
Come puoi facilmente comprendere il coaching è una tipologia di attività che presuppone l'esistenza di un obiettivo.

COSA NON È UN COACHING.


Non è un corso, non è assolutamente un'attività in cui una persona ti spiega delle cose, quello si chiama training. Molti dichiarano di fare team coaching, questo presuppone che si lavori con un team durante le attività lavorative, un coaching con un gruppo eterogeneo di persone non è un coaching, bensì un corso di formazione.
Non è terapia. La terapia si concentra su traumi del passato, questo non è ciò che fa un coach.
Non è mentoring, un mentore è una persona esperta che ti accompagna e ti spiega come si fanno le cose in quell’ambiente dove lui ha già successo.
Non è una consulenza. Una consulenza è un’attività dove un esperto comprende un problema specifico (di solito di un’azienda) e ti da delle possibili soluzioni.
Non è un'attività senza un obiettivo operativo. Non partecipi ad un programma di coaching perché vuoi imparare qualcosa, ma perché vuoi raggiungere una meta, vuoi essere aiutato a raggiungere un obiettivo.
Molti pensano che il coaching sia una cosa che si fa per migliorarsi, il che è vero, ma il miglioramento arriva perché raggiungi delle mete, perché ottieni dei risultati.

COSA NON DEVE ASSOLUTAMENTE FARE UN COACH




Un coach non deve giudicare. Ogni volta che qualcuno ti dice "sei così, sei cosá, pensi questo o pensi quello" sta facendo una sua considerazione, basata sui suoi pregiudizi, quel pensiero è il suo, non il tuo, quindi segnala l'errore e pretendi che non accada più.

Non deve assolutamente dirti cosa devi fare o pensare, cosa è buono per te o cosa non è meglio per te.

Sei tu a dettare gli obiettivi e a definire ciò che è sbagliato o è bene.

Non deve darti gli obiettivi, sarai tu che dirai cosa puoi fare, sei tu a dettare l'agenda, impegnandoti con lui. Il suo lavoro di coach è quello di aiutarti a comprendere cosa fare, poi sei tu che decidi.

COSA ASPETTARTI DA UN COACH.


Spesso i clienti chiedono il parere del coach su un oggetto, a questa domanda aspettati che un buon coach ti risponda in due modi diversi:
" tu cosa ne pensi?"; infatti un buon coach non fa considerazioni personali sulle tue idee, valori, decisioni, obiettivi;
"Mi fai vedere i numeri, così valutiamo insieme?"; questo perchè un buon coach è a tua disposizione per analizzare le cose in maniera manageriale, senza opinioni personali, analizzando fatti, circostanze e numeri.

Aspettati che un coach ti chieda d'impegnarti nell'attività che avevi detto avresti portato a termine.
Un buon coach è creativo e ti farà un sacco di domande per aiutarti ad trovare delle soluzioni creative.
Un buon coach è focalizzato su di te, si focalizza su di te e su quello che tu riesci ad identificare come obiettivi, aiutando te a definirli e a pianificare delle attività concrete per raggiungerle; infine ti sostiene emotivamente e in maniera creativa per superare i momenti di difficoltà che normalmente s’incontrano lungo il cammino.

Un buon coach si focalizza sul tuo futuro, sui tuoi talenti, il tuo potenziale, i tuo obiettivi, ecc.
COME SCEGLIERE UN COACH


Scegliere un coach non è un’attività semplice, necessita di pratica. I miei consigli sono semplici, seguendo queste poche istruzioni potrai trovare facilmente il coach che fa per te.

1) Leggi le testimonianze: è pieno di persone in giro che dicono di essere i migliori coach del mondo, ma l’unico modo per verificare quanto siano bravi è verificarne la reputazione. Se trovi qualche nome cerca la persona su facebook o linkedin e chiedi a quella persona come si è trovato.

2) Parla con il tuo possibile coach: il coaching è un’attività molto delicata, hai bisogno di fidarti della persona con cui lavorerai, chiedi un incontro preventivo (di solito sono gratuiti) e poi verifica parlando con questa persona se ti da sensazioni positive. 

3) Assicurati che durante le sessioni non commetta gli errori che ho descritto, se lo fa chiedi spiegazioni.

Tratto dal sito :  http://www.antoniopanico.com/

sabato 19 novembre 2016

IMPORTANZA DEL LINGUAGGIO DEL CORPO

IMPORTANZA DEL LINGUAGGIO DEL CORPO 

Il corpo dice più cose delle parole.


Non è solo con la voce che possiamo esprimere un messaggio, ma anche con i gesti, la nostra postura
e perfino i nostri movimenti.


Conoscere il linguaggio del corpo può essere utile per smascherare qualcuno che, ad esempio, ci sta
mentendo, oppure per ottenere ciò che vogliamo.


Secondo gli studi di Mehrabian, il 55% dei messaggi che inviamo proviene dal nostro corpo. Questo vuol dire che solamente il restante 7% passa attraverso le parole, senza tener conto del tono o del volume utilizzati che rappresentano il 38%


Il linguaggio non verbale è molto importante e lo usiamo costantemente.


Gli psicologi che conoscono l’argomento lo usano per capire le reazioni dei pazienti durante le sedute. I responsabili delle risorse umane lo usano quando si tratta di assumere un nuovo dipendente. Gli usi del linguaggio del corpo sono sterminati.


ORA DIVERTITEVI AD OSSERVARE IL LINGUAGGIO DEL CORPO DEI LEADER MONDIALI E CHE NE HANNO FATTO USO PER IL LORO SUCCESSO !! 






domenica 13 novembre 2016

6 TECNICHE PER FARE UNA BUONA IMPRESSIONE

6 TECNICHE PER FARE UNA BUONA IMPRESSIONE 





Ammettiamolo ... tutti noi vogliamo avere successo nel business e nella vita. 

E fare una impressione positiva è uno di quelli fare o rompere i momenti in un rapporto che possono influenzare o meno si sta andando ad ottenere il risultato che stai cercando.

Così come si fa a FARE UNA BUONA IMPRESSIONE OGNI VOLTA ?

1. La Potenza del Palmo 

Se utilizzato correttamente, il potere del palmo investe il suo utente con un grado di autorità e di comando in silenzio.

Palm-Up è un gesto non minaccioso che è stato usato fin dai tempi delle caverne per mostrare che la persona non è in possesso di armi.

Se si effettua una presentazione e di utilizzare sempre la posizione di Palm-Down, è molto più probabile di soffrire di rifiuto dal vostro pubblico.

Il dito puntato è un club simbolica con cui il parlante batte figurativamente l'ascoltatore alla sottomissione. 

Se sei un puntatore dito abituale, praticate il palmo-up e di palma-down e troverete che la combinazione di queste posizioni può creare un'atmosfera più rilassata e avrete un effetto più positivo sul pubblico.

2. La stretta di mano

La stretta di mano è un altro reliquia giorni cavernicolo che è stato modificato nel corso dei secoli.Analogamente l'uso del potere di palma, la stretta di mano dice l'altro:

Dominare: 'Questa persona sta cercando di dominare me. Sarà meglio essere prudenti. '

Presentazione: 'posso dominare questo utente. Lui / lei fare quello che voglio. '

Uguaglianza: 'Mi piace la persona. Arriveremo bene insieme. '



3. Left Hand holding

Questa strategia può sembrare ovvio all'inizio, ma poche persone prestano molta attenzione. 

Pratica azienda cartelle, documenti, casi brevi e bevande in voi mano sinistra. 

Noi di solito si salutano, porte aperte, spostare una sedia o salutare con la mano destra. 

Quindi, se la tua mano destra è libera di oggetti eviterete di essere goffi.

4. Sorriso Potenza

Sorridente è un gesto di pacificazione per mostrare agli altri che non siete minacciosi. 

La nostra ricerca mostra il più spesso sorridere, gli altri staranno vicini a voi, più contatto con gli occhi che vi darà, più è probabile che saranno toccarti e più a lungo che vogliono stare con te. 

In altre parole, sorridente è grande per il vostro business e vita personale! 

(... E non abbiate paura di praticare il Vostro  sorriso davanti allo specchio!)


5. Il rispetto del territorio

Ognuno di noi portiamo una bolla di spazio intorno al nostro corpo conosciuta come spazio personale. 

La sua larghezza dipende dalla densità di popolazione e dalla cultura della persona. 

Se si sta in piedi vicino a qualcuno e si nota spostarli di nuovo, che stai dicendo questo è la quantità di spazio di cui hanno bisogno per il comfort. 

Mantenere la distanza e resistere, andare avanti.

6. Vestiti per il Successo. 

Il segreto per abito di business adeguato è quello di chiedersi come la tua prospettiva si aspetta di essere vestito. 

Per voi per apparire credibili, avvicinabile, simpatico, autorevole, competente e di successo, come ti essere vestito a loro parere ?

Non si può mai avere una seconda possibilità per fare una prima impressione. 

Ma se si praticano queste tecniche si ha più successo a fare una prima impressione positiva ogni volta.




Un post da : Allan Pease, noto a livello internazionale come 'Mr. Body Language 'per quasi 4 decenni dal suo libro definitivo con quel titolo è diventato un venditore di svariati milioni e la bibbia di comunicazione per le organizzazioni di tutto il mondo. 


I suoi discorsi di apertura, libri, video e programmi audio, programmi televisivi e consigli immagine personale su sono ricercati da tutti, dai dirigenti aziendali e primi ministri, per presentatori televisivi, Diritti e rock Stars.

domenica 6 novembre 2016

IL MITO DELLA CAVERNA : SOSTENITORE DEL TUO BRAND

IL MITO DELLA CAVERNA 



Ci sono delle persone imprigionate. Dietro di loro c’è un muro ed un fuoco.

Persone occulte passano con degli oggetti, ed il fuoco, illuminando questi oggetti, proietta sul muro le loro ombre (ti ricorda qualcosa, tipo la “televisione”?).

Questi prigionieri, quindi, vedono solo l’ombra delle cose, non le cose in sé (lui parla dell’ombra delle idee ma non perdiamoci )

Adesso immaginiamo che un prigioniero riesca a liberarsi, e rivolga i suoi occhi verso l’uscita.

Inizialmente la luce lo abbaglierà, lo accecherà, gli provocherà dolore, perché è stato abituato al buio, al vivere di ombre.

Successivamente si incamminerà verso l’uscita, per fuggire e vedere il mondo REALE.

Ha sofferto, il prigioniero evaso, ha sofferto a causa della luce, perché non era abituato alla luce, e deve quindi abituare i suoi occhi, e staccarsi da una vecchia abitudine errata e abituarsi al NUOVO crea dolore, sia fisico che psicologico (soprattutto psicologico).

L’evaso vorrebbe con tutto sé stesso tornare indietro a salvare i suoi fratelli prigionieri, coloro che hanno condiviso con lui la prigionia.

Ma cosa accadrebbe?

Sarebbero disposti a “rischiare la vista” come ha fatto lui, abbandonando la caverna per andare verso la luce?

E soprattutto … crederebbero alle sue parole, o lo prenderebbero semplicemente per un pazzo che ha perduto il senno e perduto la vista (perché essendo abituati alla luce, nel tornare dentro la caverna i suoi occhi dovrebbero momentaneamente riabituarsi al buio e quindi vedrebbero peggio dei suoi fratelli prigionieri, abituati al buio)?

Questo è il NOCCIOLO del mito della caverna di Platone, un genio dell’umanità da troppi di noi dimenticato o peggio ancora mai studiato o letto (ma il suo martirio lo ha scritto lui stesso: quanti prigionieri sono disposti a liberarsi per recarsi verso la luce?).

Beh, lo Storytelling si pone la domanda successiva.

“Cosa mi serve per far comprendere agli altri che fuori da questa caverna c’è la luce, la VERITA’?” 

Immagina che I TUOI POTENZIALI CLIENTI  siano i prigionieri nella caverna: vedono le ombre proiettate delle loro convinzioni, molto spesso sbagliate.

Allora cosa devi fare per “portarli verso la luce”?

BISOGNA SAPERE. 

In che senso?

Immaginiamo che di questi prigionieri tu conosca profondamente due su dieci.

Sai che da tempo questi uomini non vedono una donna e sentono la necessità di amarne una.

Torni nella caverna.

Anziché dirgli:” Fuori c’è il VERO, compagni! Quel che qui vediamo sono solo le ombre delle cose, non le cose in sé. Qui è tutto finto!”

Rivolgendoti ai tuoi due compagni che desiderano una donna, dirai:“Ehi ragazzi, fuori dalla caverna ho trovato una donna bellissima! I seni prosperosi, una donna sensuale come poche altre! Abbiamo fatto l’amore sotto un albero tutta la notte ed è stato bellissimo!”

Vedrai che, in pochissimi istanti, i due compagni bramosi chiederanno di essere liberati ed altri, perché i due stanno uscendo, vorranno seguirli.

Scoprendo man mano cosa gli altri vogliono, potrai fare la stessa cosa.

I 3 PRINCIPI sono ETERNI ed inequivocabili, ed è il comprenderli più profondamente dei tuoi concorrenti che fa la Differenza.

Eroe: CHI E’ IL TUO POTENZIALE CLIENTE, il suo desiderio? Ricorda che più il Desiderio è SPECIFICO più avrai possibilità di successo.

Anti-Eroe: Cosa lo ostacola dal realizzare il desiderio? Ricorda che nell’analizzare l’ostacolo devi studiare profondamente il PERCHE’ il tuo Eroe percepisca quell’ostacolo e comprenderne le motivazioni interiori più radicate. 

Happy Ending: Qual è la motivazione interiore più forte che lo spinge a Desiderare quella cosa? Più saprai in cosa è radicato questo suo desiderio (narcisismo, pulsione sessuale, senso di appartenenza ecc.) più saprai creare l’Happy Ending adatto per la tua costruzione di Storytelling. 

Cosa voglio dire ?

Che i prigionieri che sono racchiusi nella caverna hanno paura di uscirne per la motivazione che l’uomo ha di per sé paura dell’ignoto, dell’incerto, ed è sempre a caccia di certezze.

Necessita di una profonda scossa emotiva che può ricevere solo da una Storia che lo trascini e lo coinvolga.

I prigionieri desiderosi di una donna “immaginano” immediatamente, nel raccontare la mia Avventura, di ESSERE ME.

E’ un processo identificativo, e non puoi farci nulla, l’uomo è fatto di identificazione … non dimenticarti dei NEURONI SPECCHIO e della famosa frase “MONKEY SEE MONKEY DO”.

Mi seguono perché vorrebbero che gli accadesse quel che è accaduto a me.

Altri li seguiranno perché magari loro avevano INFLUENZA su altri prigionieri legati, ecc.

Il povero Platone aveva giustamente compreso una cosa: gli uomini ODIANO LA LUCE perché ne hanno paura.

Preferiscono rimanere imprigionati in una caverna a guardare l’ombra delle cose (la televisione, la televisione dovrebbe farti comprendere come la Caverna di Platone si sia evoluta e si evolverà ancora!) piuttosto che rischiare di accecarsi con la luce per poi vedere la verità, affrontarla e relazionarsi positivamente con essa.

Anche i tuoi potenziali clienti sono imprigionati: per liberarli devi analizzare i 3 PRINCIPI, altrimenti preferiranno l’OMBRA DELLE COSE piuttosto che la verità.

Tratto dal sito : http://professionestoryteller.com/

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