giovedì 29 gennaio 2009

TEMI CHIAVE DELLA PSICOLOGIA DI VENDITA

1. IL MARKETING RELAZIONALE:

è quella branca del marketing che permette di accrescere la relazione con il cliente attraverso la sua fidelizzazione.

Il marketing relazionale potrebbe essere descritto come la creazione, lo sviluppo, il mantenimento e l’ottimizzazione delle relazioni tra Cliente e Venditore, basato sulla centralità del cliente. Rappresenta l'insieme dei processi di gestione della relazione con i clienti attraverso l'analisi delle sue informazioni,

Per ottimizzare il Marketing Relazionale è necessario creare con la clientela una relazione di tipo personalizzato attraverso:
  • la conoscenza delle caratteristiche dei clienti, dei loro bisogni e delle loro preferenze;
  • creazione di fasce di utenza, in funzione delle loro caratteristiche
  • creazione di una comunicazione bilaterale
  • creazione di azioni mirate alle fasce di utenza
  • creazione di proposte mirate a seconda dei bisogni
Tra le varie forme di marketing da mettere in atto nella propria strategia , il marketing relazionale è sicuramente quella più importante nelle fasi di forte competitività e di generale incertezza economica.

2. LA CONOSCENZA DEL CLIENTE :

La conoscenza del cliente con l’analisi dei meccanismi psicologici che guidano la conoscenza dei prodotti e la formazione degli atteggiamenti sul prodotto, sul marchio o sul venditore.
Alcune delle tecniche che meglio caratterizzano le capacità di un venditore è sicuramente il cross selling ovvero la capacità di vendere prodotti che siano in relazione con quello desiderato oppure l’ up selling che invece definisce la capacità del venditore di vendere l’articolo desiderato dal cliente in quantità superiore a quella effettivamente richiesta dallo stesso.

3. MARKETING DI SE' STESSI :

solo chi sa curare la propria presentazione e creare un buon impatto con il cliente può sperare di vendere qualcosa.

Verbalità, Visibilità, Vestibilità, Vitalità, Vivibilità, sono le 5V su cui misurarsi e impegnarsi, per poter potenziare le proprie doti comunicative e d'immagine.

4. LA COMUNICAZIONE :

bisogna sapere cosa dire, come e quando dirlo, in quale contesto e con determinati soggetti, nonché saper anche tacere.

5. LE TECNICHE DI PERSUASIONE, GLI STILI DI VENDITA E DI RELAZIONE INTERPERSONALE

lo stile di vendita “del piazzista”, aggressivo e prevaricatore, è ormai tramontato.

“Il venditore del nuovo secolo è un consulente del cliente”

lunedì 26 gennaio 2009

OTTIMISTI O PESSIMISTI ?

Siete un venditore ottimista, una persona che ha in testa un “SI”, che pensa a che cosa si può fare, a che cosa è giusto e funziona, che ritiene che il successo nella relazione con il cliente dipenda dalla sua abilità e dalla capacità di capirne i bisogni e di avvicinargli il prodotto nel modo migliore?

O siete un venditore pessimista, che ha in testa un “NO”, che pensa a ciò che non si può fare e che è sbagliato, che ritiene che ciò che accade dipenda dagli altri o dalle circostanze avverse, e che si arrende quindi con facilità di fronte ai problemi?

Se appartenete alla prima categoria, siete sicuramente sulla buona strada e dovete continuare a procedervi con impegno e convinzione.

Se, invece, appartenete al secondo tipo di venditori, allora dovete fare un grosso lavoro su voi stessi. Perché l’ottimismo è l’elemento essenziale del successo nella vendita: senza fiducia, entusiasmo, determinazione, positività e speranza non si possono ottenere risultati efficaci nella vendita.

Ma come si fa a essere ottimisti?

E’ una caratteristica innata, dipende dalla personalità?

Assolutamente no, è un’attitudine appresa, uno stile esplicativo che dipende dal nostro modo di interpretare gli eventi e di dare loro una spiegazione. Dipende dalle parole che usiamo nel dialogo interno e in quello esterno.

Chi è ottimista sa concentrarsi sulla sfida rappresentata dalle difficoltà e trova motivazione e stimoli vivificanti nella soluzione dei problemi, mentre chi è pessimista sa concentrasi solo sui problemi e renderli ancora più evidenti; chi è ottimista ha gusto per il proprio lavoro ed è felice, al contrario chi è pessimista lo subisce ed è infelice.

domenica 25 gennaio 2009

TECNICHE DI SCRITTA PERSUASIVA DA APPLICARE NEL VOSTRO BLOG!


1. Il Fattore Ripetizione

Uno delle grandi regole della Psicologia dice che, la ripetizione è benefica nella creazione di un legame con quanto desideriamo spiegare, insegnare o vendere.
Nonostante esistano vari livelli di ripetizione, non si deve cadere nell’errore di esserlo esageratamente al punto di ripetere esaustivamente una cosa.Se osservate con attenzione qualunque video-post della blogosfera capterete tutta una serie di ripetizioni che vengono fatte.
Con ciò voglio dire, che il ripetersi è importante quanto farlo in modo naturale e persuasivo, senza che il lettore percepisca cosa state facendo.

2. L’importanza delle ragioni


E’ provato nella Psicologia, che la maggior parte delle persone è disponibile ad effettuare un acquisto o ad accettare una raccomandazione, se voi spiegate le ragioni e le fondamenta che esistono dietro l’azione o teoria.
Quante volte avete comprato un prodotto od aderito ad un servizio, senza sapere in anticipo la ragione del perché dell’acquisto?
In realtà quando compriamo o aderiamo a qualcosa, cerchiamo anche le ragioni che ci conducono a questa scelta.
Pertanto, sempre che pensiate di raccomandare o suggerire qualcosa nel vostro blog o sito, fatelo unitamente alle ragioni che considerate importanti e plausibili, per far si che quella persona decida di compiere l’azione che state suggerendo.

3. Consistenza


La consistenza è una delle grandi chiavi per il successo nelle campagne, prodotti o servizi.
Considerando che generalmente la consistenza è direttamente associata ad una persona integra e responsabile, già l’opposto è associato ad instabilità e rottura.Per applicare la consistenza, dovrete dedicarvi nel costruire una forte relazione tra quello che scrivete, e quello che i vostri lettori percepiscono.
E, altresì, importante, costruire una relazione in cui i vostri lettori si fidino di quanto dite, anche se la cosa più naturale sia che nessuno fosse d’accordo.Per creare consistenza, è necessario abbordare tematiche unitamente a prove ed evidenze che, in qualche modo, possano supportare la vostra teoria.

4. Testimonianze e Prove Sociali.


Una delle tecniche più in voga ultimamente nel mercato del commercio on-line, è l’uso delle testimonianze o prove sociali che il vostro lavoro possiede qualità ed è accettato socialmente.
Quante volte avete visto libri in vendita, con piccole testimonianze di grandi professionisti o imprese, che raccomandano lo stesso libro, e che fanno si che la credibilità ed il numero di vendite aumenti?
Quante volte vi siete sentiti tentati a comprare qualcosa, soltanto perché vi è stato raccomandato da qualcuno e/o perché appartiene o è stato creato da qualche persona o impresa, che nei vostri valori, considerate importanti?

5. Il fattore Comparazione.

L’uso delle metafore, analogie e comparazioni dirette, è la miglior forma per riuscire ad attirare attenzione dal lettore verso quanto state promuovendo o paragonando.
In verità se state paragonando un prodotto che, in termini esistenziali, e già un successo o è credibile, avrete già mezzo percorso mezza strada per riuscire ad ottenere quanto desiderate.
La comparazione esiste per inserire una forma chiara e pulita, che il prodotto A è più forte del prodotto B.
La comparazione è importante, se naturalmente è ben applicata.

6. Comprendere e condividere il problema


Nella Psicologia, una delle regole basilari per riuscire ad ottenere successo e amministrare casi di pazienti, è quella della comprensione e condivisione del problema.
Negli affari in internet è esattamente lo stesso.
Se il vostro cliente o lettore vuole cambiare il servizio o sottoscriverne un altro che gli tragga maggiori benefici, perché lui è scontento di A o B, voi dovrete, quindi, condividere ed interessarvi in primo luogo al problema dello stesso, e soltanto successivamente alla soluzione che avete a disposizione.

7. Le Storie


Raccontare una storia che supporti quanto state vendendo o insegnando, è il metodo più naturale per lasciare il cliente/lettore a pensare per se stesso.
In realtà, si convincerà da solo, fino ad incontrare i motivi esatti per intraprendere quella azioni che voi stessi state raccomandando.
Il lettore, semplicemente, deciderà da se stesso che voi avete ragione nell’affermare e/o raccomandare, il quanto, e, come tale, andrà a sottoscriverlo.

venerdì 23 gennaio 2009

CONSIGLI UTILI

1. COME CONQUISTARE I CLIENTI e Cosa fare per conquistare la fiducia.


Sono pochi ma importanti i “segreti” per dimostrare con i fatti, in ogni fase della trattativa, che si è venditori di cui fidarsi. Ecco, alcuni comportamenti fondamentali per vendere fiducia:


1. non mentire mai a un cliente: non esistono bugie a fin di bene;


2. mantenere le promesse: molto meglio promettere meno e dare di più che viceversa;


3. instaurare un rapporto aperto e all’insegna della trasparenza totale;


4. dimostrare con i fatti al cliente la convenienza di averci come fornitore-partner;


5. curare spasmodicamente il post vendita,


6. avvisare tempestivamente il cliente su ogni possibile disguido e intervenire prontamente per la soluzione;


7. essere pronti a rinunciare a un ordine quando la nostra offerta non risponde alle esigenze del cliente (suggerendo la soluzione anche di un nostro concorrente);


8. addossarsi la responsabilità di ogni problema senza cercare di scaricare la colpa su altri (il corriere, l’azienda, l’ufficio contabilità, la casa madre eccetera).

2. E COSA FARE IN CASO DI RECLAMO ?


E’ UN OPPORTUNITA’ DA COGLIERE..


La cosa essenziale è migliorare il servizio di assistenza in caso di reclamo.


Le aziende fanno enormi investimenti per catturare nuovi clienti, ma non sempre curano in modo adeguato l’assistenza in caso di reclami, perdendo così enormi opportunità.


Un cliente che reclama e riceve risposte soddisfacenti, infatti, resterà fedele nel tempo, mentre chi viene trattato in modo inadeguato non solo abbandona l’azienda, ma spesso ne parla male ad almeno una ventina di altre persone, attivando così un pericolosa spirale di passa parola negativo, che nel tempo tende a distruggere il valore del brand.


La soluzione è dunque quella di “cambiare la cultura aziendale: passando dal senso generale di fastidio nel gestire il reclamo alla consapevolezza che esso può rappresentare una grande opportunità di fidelizzazione del cliente.


lunedì 19 gennaio 2009

40 Anni: trovare, ritrovare e cambiare lavoro

“Dopo i quarant’anni non si fa più carriera”, “Le aziende preferiscono i giovani”.
Questi pensieri diffusi rispecchiano in parte la realtà, ma non sono certo una verità assoluta. Soprattutto se chi cerca o vuole cambiare lavoro dopo “gli anta” non si lascia scoraggiare dai luoghi comuni e si impegna a fondo per valorizzare la propria esperienza.

Tuttavia cambiare lavoro a quarant’anni (e oltre) è diverso che farlo a venti, a trenta e perfino a trentacinque e richiede logiche, canali e dinamiche propri.

Che siate usciti dal mondo del lavoro da qualche tempo e desideriate rientrarvi, o che vogliate cambiare la vostra occupazione attuale, l’età non è di per se stessa un handicap.

Il vero handicap è non essere consapevoli del proprio patrimonio di esperienze e, soprattutto, non saperlo ben comunicare.

Questo testo, che è quasi un manuale, si propone dunque di assistervi in tutte le fasi della ricerca, proponendovi anche semplici esercizi, schede e tabelle per permettervi di mettere a frutto, valorizzandola, la professionalità acquisita con indicazioni operative per:

- capire le potenzialità della vostra esperienza;

- monitorare il mercato e valutare le migliori possibilità;

- definire il vostro progetto professionale;

- promuovere attivamente la vostra candidatura, anche con strumenti “alternativi” (blog, sito personale, forum);

- gestire i colloqui;

- condurre la trattativa economica. Dagli esempi di curriculum e lettere di accompagnamento “senior”, alle 38 cruciali domande cui saper rispondere durante il colloquio, la promessa del libro è di condurvi passo passo, in poche settimane, all’impostazione di un nuovo progetto professionale.

Perché, se non si sottovaluta la propria storia, l’età non sarà un limite ma una grande risorsa.

Autore : Luisa Adani

Editore : Etas

Luisa Adani dopo dieci anni d’azienda nell’ambito di diverse direzioni del personale, da quindici anni si occupa di orientamento e consulenza di carriera. Svolge attività di docenza per business school e università ed è collaboratrice del Corriere della Sera. Ha pubblicato diversi testi sulle problematiche legate all’ingresso e allo sviluppo nel mondo del lavoro, tra i quali, per Etas Il curriculum vincente (2002), Il posto è tuo! (2003).

venerdì 16 gennaio 2009

LIBRO DA COMPRARE..

Volete conoscere il segreto più strepitoso della vendita e della negoziazione?


È semplicissimo: condurre la vendita o la negoziazione nel modo in cui vuole il cliente o la controparte.


Ogni cliente ha delle precise caratteristiche personali, e qualunque decisione relativa agli acquisti avviene a livello cerebrale. Perciò, conoscendo la struttura cerebrale dei clienti potremo inviare gli stimoli giusti per risvegliare il loro interesse, adeguandoci al loro stile personale e generando così empatia nel processo di vendita e di negoziazione.


Oggi, Vi segnalo il libro " Strategie di vendita e negoziazione " di Eric De La Parra Paz



Questo libro spiega che cosa comprano i clienti, come riconoscere il loro linguaggio cerebrale e le loro preferenze mentali, e insegna un processo di comunicazione creato dalla Programmazione Neurolinguistica e culminante nelle strategie di vendita, processo che ha consentito a migliaia di venditori di incrementare con risultati spettacolari il loro giro d'affari.


Strategie di vendita e negoziazione vi informa sulle più recenti scoperte sul potenziamento cerebrale e sulla loro applicazione al settore delle vendite e della negoziazione. L'esperienza di migliaia di venditori che hanno applicato queste tecniche ne conferma la validità e spiega come sviluppare la strategia adatta a ogni tipo di cliente, e a ogni tipo di prodotto o servizio che desiderate vendere.


Eric de la Parra Paz è un ricercatore e fondatore della SCUOLA COLINDE, che gestisce programmi rivolti allo sviluppo della qualità e dell’eccellenza.

Laureato con lode in Comunicazioni e Relazioni Pubbliche all’Università Latino Americana, e in Psicologia alla University State of California, ha ottenuto vari Master in Amministrazione delle Risorse Umane e Direzione Aziendale. Oltre a un dottorato in Psicologia della Cambridge University, è istruttore di Programmazione Neurolinguistica (PNL) e di Apprendimento Veloce.

Con Essere Felici De la Parra Paz ha pubblicato con successo in italiano: Risveglia la tua Eccellenza, Strategie di Vendita e di Negoziazione, L’eccezionale Tecnica degli Schemi Mentali, PNL con i bambini e il video Impara ad usare le straordinarie Facoltà della tua mente ed una collana di tre libri di “Attitudini” (“Attitudini di Potere, Attitudini per Trionfare, Attitudini di Grandezza).
La rivista specialistica in Messico “Mundo Ejecutivo” lo ha inserito nel 1998 tra i dieci principali consulenti d’azienda del Messico.
È autore di articoli sul servizio e lo sviluppo umano per la rivista Excellentia, per i quali ha ricevuto il premio Pluma Excellentia. È stato insignito del premio Excelencia Académica per i risultati ottenuti nei suoi seminari e tiene conferenze a migliaia di persone in 44 paesi. Attualmente conduce corsi di formazione e seminari a livello internazionale negli USA, America Centrale, America Latina e Europa.

Edizioni Essere Felici


domenica 11 gennaio 2009

IL TIMORE DEL FALLIMENTO

Una delle dinamiche più frequenti che si riscontrano nei venditori, direttamente collegata con la mancanza di autostima è il cosiddetto timore del fallimento.

Il fallimento (inteso come il non raggiungimento degli obiettivi che ci si era prefissi) è sicuramente una pillola amara da deglutire, tuttavia ogni persona deve fallire, ad un certo punto della propria vita, per apprendere qualcosa di nuovo.

La cosa importante non è il fatto che l’individuo abbia fallito, bensì la maniera con la quale ha accettato e metabolizzato il fallimento stesso.
Un individuo può permettere a sè stesso di sentirsi distrutto dal fallimento, oppure usarlo per rinforzare le proprie abilità e determinazione a raggiungere mete ancora più elevate.

Chi teme il fallimento dovrebbe ricordare che le persone di maggior successo al mondo hanno spesso dovuto fallire molte volte, nel corso della loro vita.

Tuttavia, cosa ha fatto la differenza è stato la loro volontà di imparare dagli errori commessi e utilizzarli sotto forma di apprendimento, per raggiungere il successo.

Il timore del fallimento crea ansia, e ingigantisce l’eventuale problema.

Un venditore con il timore di fallire può diventare troppo competitivo o peggio, aggressivo, in quanto inizia a vedere ogni cliente come una potenziale trappola.
Ciò sottrae emozioni positive ad un’attività che, di per sè (almeno per chi la ama) è gioiosa e divertente.

Inoltre il timore del fallimento rende nervoso ed ansioso il venditore stesso, e diventa un ostacolatore di prestazioni elevate, rendendo il professionista erratico ed animato da un basso livello di energia.

Per vincere questo comportamento fortemente autolimitante, il primo passo è accettare le proprie imperfezioni.
Nessuno è perfetto e ogni persona, amando sè stessa e gli altri, dovrebbe tollerare le cadute di tono in una determinata occasione, per usarle come trampolino di lancio (modificando il proprio comportamento) nell’occasione successiva.
E in tutti i casi, ricordare sempre che
il fallimento è solo un successo (spesso ancora più grande) rimandato.

venerdì 9 gennaio 2009

ELEGANZA NELLA VOSTRA COMUNICAZIONE












Parola oggi molto usata e talora “abusata”, la comunicazione indica in senso generale quell’insieme di segni e di messaggi – verbali e non – che servono per trasferire ad atri delle informazioni ma anche delle emozioni.


Secondo la definizione del linguista russo Roman Jakobson, per comunicazione si intende il processo linguistico di scambio da un emittente a un ricevente attraverso un canale e mediante un codice comune a entrambi.


La comunicazione può essere di due tipi, verbale e non verbal.e La prima utilizza parole, immagini, segni e testi scritti (su carta ma ora anche su strumenti elettronici).


La seconda impiega tutta una serie di comportamenti corporei come le posture, la distanza tenuta con l’interlocutore,le smorfie, i movimenti eseguiti con il capo o con le mani mentre parliamo, e così via.


“Tu diventi ciò che dici”


Parafrasando il detto per cui “l’uomo è ciò che mangia, si potrebbe dire che ognuno di noi “diventa le parole che dice”.


In effetti, comunicare è semplice come respirare. Tuttavia “comunicare” non significa semplicemente “informare“: vuol dire “entrare in relazione” (e dunque scambiare informazioni, messaggi, sensazioni…) con soggetti esterni a noi.

Per ogni essere vivente non comu­nicare è praticamente impossibile perché anche il silenz­io, lo sguardo, gli atteggiamenti non verbali o le smorfie del volto sono aspetti che “parlano” per noi e manifestano il nostro modo di essere, l’universo dei nostri stati d’animo.

mercoledì 7 gennaio 2009

LA TECNICA DELLE DOMANDE

Quante volte ti è successo di visitare un cliente, farti spiegare qual è il problema, offrire la soluzione per te migliore, e sentirti rispondere di no? Probabilmente più di una volta.

Esempio :

Hai fissato un appuntamento con un potenziale cliente, che ha accettato di vederti perchè, probabilmente, pensa che tu sia in grado di risolvergli un problema.
Per telefono ti ha anticipato qualcosa, e tu pensi di aver già individuato la soluzione giusta per lui.
Sei contento, perchè questa è una chiusura sicura, un assegno certo.

Entri nel suo ufficio e il potenziale cliente passa a raccontarti nei dettagli cosa si aspetta da te.
Tu, che sei un esperto della materia, consolidi l’idea di aver già pronta la soluzione che fa per lui.
Cominci a presentarla, e mentre procedi, vedi il cliente che si irrigidisce sempre più. Quando arrivi al costo, scatta il “no”.

Eppure, al telefono, ti era sembrato interessato e, di persona, ti ha confermato il suo interesse.

Cosa è successo?

Sei caduto in una trappola molto comune per ogni venditore: appena hai udito accennare al problema, hai presentato immediatamente la tua soluzione.

PRIMO ERRORE :

E’ stato sicuramente quello di essere troppo precipitoso, e di non aver verificato meglio l’esistenza di eventuali problematiche.

CONSIGLIO :

Una domanda di verifica aiuta sempre a dipanare meglio la matassa.
Se avessi chiesto: “E’ questo l’unico aspetto che desidera segnalarmi, o ce ne sono altri?”.

Questa domanda aiuta il potenziale cliente a esplicitare meglio ciò che ha in mente, ed aiuta il venditore a confezionare una presentazione più allineata con i veri bisogni che gli sono espressi.

II ERRORE

E’ relativo al fatto che, in presenza di un problema (e quindi di una situazione di disagio per il potenziale cliente) occorre “farcelo sguazzare” un pò. Bisogna giocare un pò come fa il gatto col topo.

CONSIGLIO :

Si può ottenere ciò utilizzando altre domande, tese a far focalizzare il prospect:

· sulle conseguenze negative per lui di una mancata soluzione:
“Cosa significa ciò per lei?
Quali sarebbero le conseguenze se questo problema non venisse risolto?”

· oppure sulle conseguenze positive dell’adottare velocemente una soluzione:
“Che vantaggi immediati avrebbe nell’ipotesi che si riesca a risolvere ciò velocemente?
E a lungo termine, cosa cambierebbe per lei?”

Il potenziale cliente non sempre è perfettamente a conoscenza di ciò che gli serve e di ciò che non gli serve; non sempre riesce a razionalizzare completamente rischi e vantaggi, costi e benefici.

Il venditore abile ha anche il compito di esplorare queste aree, ed aiutare il venditore a prendere la decisione corretta.

La tecnica delle domande è lo strumento migliore che il venditore ha a disposizione per tramutare qualsiasi incontro in un incontro positivo, per sè e per il potenziale cliente.

RICORDATEVI CHI DOMANDA , COMANDA !!

domenica 4 gennaio 2009

IMPORTANZA DELL’AUTOSTIMA NELLA VENDITA

Il successo di qualunque individuo non dipende tanto da ciò che gli altri pensano di lui, quanto da ciò che lui pensa di sè stesso.

Il livello di autostima di una persona si rende evidente in molte maniere: il comportamento, il linguaggio del corpo, il tipo di eloquio, il portamento.

Pertanto, la persona con elevata autostima “comunica” con grande forza e chiarezza (anche se inconsciamente) un messaggio preciso all’interlocutore, un messaggio di autorevolezza, di energia, di coerenza, di successo.
Ovviamente, dato che il comportamento genera comportamento, l’interlocutore non potrà far altro (anch’egli inconsciamente) che validare il messaggio ricevuto, rispondendo con messaggi di accettazione e ponendosi sulla stessa lunghezza d’onda.
Viceversa, la persona con bassa autostima mette in atto un modello comunicativo inconscio che “fa passare” un messaggio di insicurezza, tentennamento, incoerenza, fragilità, spingendo l’interlocutore, anche in questo caso, a rispondere con comportamenti ricusatori.

Se nella vita di tutti i giorni l’autostima è importante, nell’attività di vendita diventa addirittura un fattore critico di successo.

Infatti il venditore che non è in grado di inviare messaggi positivi al proprio interlocutore, rischia di compromettere in maniera irrimediabile le sue abilità di influenzamento, semplicemente perchè manca l’allineamento tra comunicazione conscia e inconscia.
Questa distonia nel messaggio smorza enormemente l’efficacia di qualunque azione di vendita, producendo risultati spesso scoraggianti.

Cosa fare per elevare l’autostima ?

Ecco una serie di suggerimenti estremamente efficaci per raggiungere questo obiettivo :

1. Vesti bene e cura il tuo corpo: nonostante l’abito non faccia il monaco, certamente l’abbigliamento e la cura di sè influenzano la percezione sia dell’individuo stesso nei propri confronti, sia quella degli altri.
Quando una persona è trasandata, muta (anche se a volte impercettibilmente) l’idea che si fa di sè stessa, ed il proprio modo di interagire con gli altri.
Accade l’opposto quando l’individuo cura il proprio aspetto fisico ed il proprio abbigliamento.

2. Cammina con decisione: Uno degli elementi tipici per percepire cosa un individuo pensi di sè stesso è osservarne l’incedere.
E’ lento?
Stanco?
Sofferente?
O è energico e deciso?
Le persone che ben considerano sè stesse, solitamente camminano svelte.
Hanno impegni, posti dove andare, cose importanti da fare.
Anche se non si ha premura, si può accrescere la fiducia in sè stessi mettendo un po’ di pepe nella propria camminata.
Aumentare del 25% la velocità dei propri passi fa sentire maggiormente importanti.

3. Adotta una buona postura: Come per la camminata, le posizioni che un individuo assume sono molto rivelatrici.
Individui con spalle cascanti e movimenti letargici dimostrano un basso livello di autostima e fiducia in sè.
Probabilmente non sono entusiasti di sè stessi e non si considerano importanti.
Viceversa, movimenti decisi e postura eretta evidenziano considerazioni opposte riguardo a sè stessi.
Assumendo posizioni erette ed aperte (mento e sguardo sufficientemente alti, contatto oculare con l’interlocutore, spina dorsale verticale, torace leggermente prominente, arti inferiori leggermente divaricati se si sta fermi o passi leggermente più lunghi del consueto se si è in movimento), automaticamente si genera un più elevato senso di autostima e di fiducia in sè stessi.
In aggiunta, si farà migliore impressione sugli altri.

venerdì 2 gennaio 2009

PRESENTAZIONE DEL MIO SITO

È stato inaugurato il nuovo sito di Cesare D'Ambrosio .

Sito che risponde ad una nuova esigenza : non vende un prodotto o un marchio ma mette l'esperienza al servizio di quanti vogliano comunicare informazioni o messaggi. I nuovi consumatori vogliono essere divertiti, informati, istruiti anche dalla pubblicità.

Il sito è visibile all'indirizzo:www.cesaredambrosio.it

Visitatelo...e...

Se vi viene in mente potete dare anche qualche suggerimento.

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