domenica 27 marzo 2016

COME DARE L'IMPRESSIONE DI FIDUCIA



Le persone tendono ad imitare chi sembra sicuro di se, aperto, amichevole, di conseguenza se vogliamo dare l'impressione di una persona cui potersi fidare e prendere a modello, basta  apprendere i segreti del linguaggio del corpo. 

Ad esempio, molto può dipendere dal tipo di stretta di mano.





Quando una persona mostra entusiasmo riguardo ad un film, ad un progetto etc, tendiamo a lasciarci coinvolgere dall'entusiasmo e diventiamo noi stessi più positivi nell'approccio.

Se invece qualcuno mostra disprezzo o disgusto tendiamo a pensare negativamente in merito alla possibilità di  andare a vedere lo stesso film di prima.


Quindi: hai una proposta interessante?




Presentala con passione ed entusiasmo



domenica 20 marzo 2016

ERRORI DA EVITARE PRIMA E DURANTE UNA PRESENTAZIONE IN PUBBLICO

ERRORI DA EVITARE 

PRIMA E DURANTE 

UNA PRESENTAZIONE IN PUBBLICO 





 1. Arrivare poco preparato

2. Essere fuori stato


3. Fare modifiche all’ultimo minuto


4. Parlare troppo di te


5. Metterci dentro troppo, di tutto





6. Ad esempio… troppo contenuto


7. … o troppi elenchi puntati


8. … oppure troppe animazioni


9. La mancanza di immagini (le immagini piacciono al cervello di chi ti ascolta)


10. Usare il puntatore laser… a meno che tu non sia un Cavaliere Jedi!






11. Testi e immagini troppo piccoli

12. Scusarti anche quando non ce n’è bisogno


13. Essere troppo perfetto (molto meglio essere autentico)

domenica 13 marzo 2016

36 ERRORI PER NON TROVARE LAVORO


Spesso incontro gente che si lamenta di non trovare lavoro, di ricevere poche offerte, di non ricevere mai risposta agli invii del curriculum, o di non trovare un posto di lavoro migliore.

Mentre queste persone mi parlano non posso fare a meno di osservare come parlano, cosa dicono, come si presentano, come pensano, quali sono le loro convinzioni, etc…

Premetto che io non condivido l’atteggiamento di molti imprenditori, manager e coach che squalificano, e quasi schifano, il mondo del lavoro, criticando tutto e tutti, dicendo che non c’è gente in gamba in giro. 

Anzi, se fossi uno di quegli imprenditori, manager o coach che si lamentano non di trovare persone valide, mi farei qualche domanda, visto che il loro ruolo e le loro competenze dovrebbero garantir loro la capacità di riconoscere, selezionare, attrarre e formare figure eccellenti. 

Ma a volte, si sa, il successo dà alla testa, e permette di squalificare tutto e tutti, e autocelebrarsi così come i migliori.




Questo diffuso atteggiamento di continua critica verso gli aspiranti lavoratori da parte dei datori di lavoro, comunque non riduce le responsabilità di chi vuole darsi da fare e trovare un BUON lavoro. 

E per una mente strategica, queste lamentele, spesso possono rappresentare un’opportunità per presentarsi in modo differente e avere una possibilità in più.
 
Ecco alcuni modi che possano garantire il fallimento nel cercare un lavoro : 
  1. NON CERCARE LAVORO (ahimè capita spesso!)
  2. NON SCRIVERE IL PROPRIO CURRICULUM e NON AGGIORNARLO
  3. NON RISPONDERE RAPIDAMENTE alle RICHIESTE e alle OFFERTE
  4. NON PRESENTARSI AI COLLOQUI (ebbene sì… capita spesso!)
  5. NON INFORMARSI SUL POTENZIALE DATORE DI LAVORO
  6. INVIARE il CURRICULUM SENZA PRESENTAZIONI e PERSONALIZZAZIONI DOVUTE
  7. NON INFORMARSI SUCCESSIVAMENTE sull’ANDAMENTO DEL COLLOQUIO
  8. METTERE FOTO da SOCIAL sul proprio CURRICULUM
  9. AVERE PROFILI SOCIAL (visibili) BANALI, INFANTILI e SQUALIFICANTI (molto comune!)
  10. SCRIVERE COMMETTENDO GROSSI ERRORI GRAMMATICALI, di ORTOGRAFIA e REFUSI
  11. SCRIVERE e CONDIVIDERE VOLGARITÀ sui SOCIAL
  12. NON CURARE LA PROPRIA IMMAGINE
  13. NON CURARE LA PROPRIA IGIENE PERSONALE
  14. NON RENDERSI DISPONIBILI ALLE VARIAZIONI DI CARICO DI LAVORO
  15. AVANZARE PRETESE ECONOMICHE e di TEMPO LIBERO PRIMA di ESSERE VALUTATI
  16. PARLARE CONTINUAMENTE DI PROBLEMI PERSONALI
  17. PARLARE CONTINUAMENTE DI PROBLEMI SOCIALI
  18. AVERE UN ATTEGGIAMENTO NEGATIVO SU TUTTO E TUTTI
  19. AVERE UN ATTEGGIAMENTO FORZATAMENTE POSITIVO
  20. LAMENTARSI DEI DATORI DI LAVORO (o degli EX DATORI di LAVORO)
  21. LAMENTARSI DEI COLLEGHI e degli EX-COLLEGHI
  22. RIFIUTARE DI IMPEGNARSI VERSO RISULTATI CONCRETI e MISURABILI
  23. NON LEGGERE
  24. NON FORMARSI
  25. NON AGGIORNARSI
  26. AVERE UN ATTEGGIAMENTO REMISSIVO e SOTTOMESSO
  27. AVERE UN ATTEGGIAMENTO DOMINANTE ed ESUBERANTE
  28. CADERE NELLE TRAPPOLE DEI LUOGHI COMUNI
  29. CADERE NELLE TRAPPOLE DEI (PRE)GIUDIZI FACILI
  30. COMUNICARE SFIDUCIA e DIFFIDENZA
  31. COMUNICARE INGENUITÀ
  32. APPARIRE COME “SFIGATI”
  33. APPARIRE COME I “DURI” della SITUAZIONE
  34. APPARIRE TROPPO GIOCHERELLONI
  35. APPARIRE TROPPO SERIOSI
  36. APPARIRE COME PERSONE MONO-TEMATICHE (parlare solo di cibo, solo di animali, solo di calcio, solo di politica, solo di rapporti di coppia, etc…)





Spesso, quando mi chiedono come cercare collaboratori validi, io consiglio loro di coltivare rapporti di conoscenza via linkedin, facebook, twitter, e di seguire blog interessanti, per cercare di conoscere meglio le persone e valutare quale impiego possano avere nella propria struttura. 

Pochi colloqui non bastano per conoscersi, e le ricerche dimostrano che l’effetto “prima impressione” è l’elemento che più influenza i colloqui di lavoro (fonte Richard Wiseman). 

Ma per trovare ottimi collaboratori non basta una buona prima impressione (che è importante), ma serve una buona conoscenza reciproca. 

Reciproca perché anche il collaboratore deve sapere per chi lavora e quale sarà il clima emotivo di un determinato ambiente di lavoro.

Chi vuole essere sicuro di non trovare lavoro non deve far altro che continuare a costruire intorno a sé un alone di negatività, di volgarità, di sfiducia, di superficialità, e commettere i 36 ERRORI sopra citati. Semplice!

Ma se volete far ancora peggio, ed essere sicuri di non trovare lavoro, c’è il consiglio PIÙ UNO: circondatevi di tante altre persone che commettano a loro volta i 36 errori. 

In questo modo aumentate esponenzialmente la possibilità di essere “scartati” da chiunque, non solo per come vi comportate voi, ma anche per le persone di cui vi circondate!


Tratto dal sito : https://www.fym.it




sabato 5 marzo 2016

SEI ERRORI MORTALI DA EVITARE QUANDO LANCI UN BRAND

6 Errori Mortali da evitare quando lanci un Brand






Quali sono gli errori più comuni che si dovrebbero evitare quando si costruisce un brand?

Essere un imprenditore e lanciare un marchio non è facile. Ci vuole un sacco di abilità, duro lavoro e di solito un po’ di fortuna. 

Quando si tratta di decisioni di branding, a volte un brutto errore può far fallire anche l’idea migliore. Per essere sicuri che questo non ti accada, assicurati di evitare di fare alcuno tra questi sei errori più comuni di branding:

1. Essere orientato al cliente e non al concorrente.

Si può supporre che la maggior parte dei vostri concorrenti saranno orientati al cliente. Quindi, cosa succede nel mercato? Tutti finiscono con il mettersi sul mercato con un prodotto simile a quello degli altri.

Già nel 2009, abbiamo iniziato a lavorare per la Great Wall Motor in Cina. La ricerca che abbiamo ricevuto da parte del cliente ci ha detto che gli acquirenti cinesi preferivano berline piuttosto che i SUV, perché le berline sono più prestigiose e i SUV sono considerati veicoli pratici senza status sociale.

Quindi abbiamo consigliato a Great Wall di concentrarsi sui SUV perché le altre 28 aziende automobilistiche cinesi si sarebbero probabilmente concentrate sulle berline.

Di conseguenza, la Great Wall è diventata la più grande e più redditizia azienda automobilistica cinese.

Gli imprenditori dovrebbero fare lo stesso. Inizia analizzando i concorrenti e cerca di trovare un modo per essere diverso. Non puoi vincere essendo il migliore; puoi vincere solo essendo diverso.

2. Non definire il tuo obiettivo.

Ogni marchio di successo ha un obiettivo. 

Se il tuo marchio è leader di mercato come Pizza Hut, il tuo obiettivo è la “leadership”.

Domino ha limitato il proprio obiettivo alla“consegna a domicilio” ed è diventato la seconda più grande catena nella vendita di pizza. 

Papa John ha limitato il proprio obiettivo a “migliori ingredienti, migliore pizza.” Little Caesars ha ridotto il proprio obiettivo a “due pizze al prezzo di una”. 

Ci sono centinaia di catene di pizzerie, ma queste quattro catene dominano la categoria.

Per gli imprenditori, è necessario assicurarsi che la propria azienda abbia una forte prospettiva e tutte le azioni e gli obiettivi siano in linea con esso. Chiediti, in quale categoria competo? 

E come posso esprimere in due o tre parole il mio essere differente?
3. Pensare ai nomi non ha importanza.

L’azienda Hansen Natural ha avuto una grande idea. Lanciare un energy drink da 0,5 l che competesse con quella da 0,25 l. di Red Bull e degli altri brand di energy drink. 

Il nome del marchio: “Hansen’s Natural Energy Pro.”

Il marchio non è andato da nessuna parte. 

Poi Hansen ha lanciato la bevanda energeticaMonster, sempre in una lattina da 0,5 l. Oggi, Monster è un forte marchio, secondo solo a Red Bull.

I nomi vengono alla fine. 

Gli imprenditori devono prima sviluppare una strategia di marketing. E quindi dare un nome ai loro prodotti o ai loro servizi in modo da riflettere tale strategia.

4. Non usare un forte Visual Hammer.

Molti brand forti sono stati costruiti utilizzando un Visual Hammer che comunica qualcosa circa la marca. Il profilo della bottiglia di Coca-Cola

Il cowboy della Marlboro. Il lime della Corona. Il calice della Stella Artois. La fetta d’arancia di Blue Moon. Il geco di Geico. L’anatra di Aflac.

Prima di lanciare un prodotto o servizio, gli imprenditori dovrebbero cercare di trovare un Visual Hammer che rafforzi la strategia di marketing.

Molto spesso, questo richiede un cambiamento di strategia o un nome del marchio differente, o entrambi.

5. Supponi che il tuo nuovo marchio decollerà rapidamente.

Questo porta a molte decisioni sbagliate, come ad esempio spendere pesantemente in pubblicità per lanciare il marchio.

Oggi, il modo migliore per lanciare un nuovo marchio è con le PR. Si dovrebbe usare la pubblicità solo dopo che il marchio si è affermato. Il nostro mantra è prima PR, poi pubblicità.

Tenete a mente, gli imprenditori dovrebbero essere pronti a investire una notevole quantità di tempo a fare PR. 

Impiegare una società di PR è un’opzione solo per le aziende che hanno già costruito un business sostanziale, altrimenti è uno spreco di tempo e denaro.
6. Estensione del marchio.

Una volta che il marchio comincia a decollare, è necessario resistere alla tentazione di espandersi. 

Guarda il McDonald. Nonostante l’aggiunta di decine e decine di elementi per i suoi menu, la catena è oggi in difficoltà.

Dall’altro lato, guarda In-N-Out Burger, una catena della West Coast che ha ancora solo quattro cose da mangiare sui suoi menu: hamburger, cheeseburger, doppio-doppio (un doppio hamburger) e patatine fritte.

Le vendite per unità dello scorso anno. McDonald: 2.476.000 $. In-N-Out Burger: 2.546.000 $. (Se In-N-Out Burger fosse stata una catena nazionale, le vendite sarebbero probabilmente state molto più grandi.)

Guarda Yahoo, una società che un tempo dominava il mercato “ricerca” su Internet e valeva $ 140 miliardi sul mercato azionario. Ma Yahoo si è rapidamente diversificata in un portale e fatto molte acquisizioni trasformandole in Yahoo Mail, Yahoo giochi, gruppi di Yahoo, Yahoo Pager, etc. 

Oggi, Yahoo vale solo $ 30 miliardi di dollari sul mercato azionario e forse $ 25 miliardi di dollari di ciò è dovuto alla sua partecipazione in Alibaba.

Nel frattempo, Google è rimasto un motore di ricerca puro ed ha ora un valore di $ 498 miliardi di di dollari sul mercato azionario. 

Ma anche Google sta cadendo nella trappola di espandere il suo marchio. Questo è il mantra delle imprese americane, continuare ad espandere il marchio fino a quando non precipita dalla scogliera.

Fatta eccezione per l’espansione geografica, gli imprenditori non dovrebbero quasi mai espandere i propri marchi. Molto spesso, però, dovrebbero fare il contrario: restringere il campo gli obiettivi.

-Laura Ries-



Tratto dal sito : http://brandpositioningitalia.com/

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